ERRATA CORRIGE

Milano, 6 luglio 2021  – Ci sono errori che vorresti non aver commesso e che sono frutto di una intricata sequela di eventi e di tempistiche assassine, per cui persino quattro riletture, da parte di quattro persone diverse (incluso un editor specializzato) non hanno permesso di identificarli in tempo.

È quanto è successo nel capitolo storico (il primo) di “Scienza senza maiuscola”, in cui è uscita una frase che grida vendetta per il numero di errori che inanella. Ne siamo molto dispiaciuti e non stiamo a tediarvi sulle ragioni che includono correzioni che non abbiamo riportato, corsivi introdotti che cambiano il senso della frase e un errore di nome proprio che ha portato a una identificazione grottesca, con la confusione tra Charles Lyell, geologo scozzese amico di Darwin, e George Lyell, naturalista autraliano vissuto quasi un secolo dopo. Ringraziamo la redazione di “BUTAC – Bufale un tanto al chilo” che per prima ci ha segnalato il paragrafo e anche l’anonimo autore di Codice che ha mandato all’editore alcune critiche puntuali ma che non ha voluto presentarsi (appalesati, ci hai fatto un piacere!)

Abbiamo scritto tutto un libro per dire che gli errori si devono correggere pubblicamente, per cui chiunque abbia comprato l’edizione cartacea (nell’e-book verrà corretto dall’editore) sappia che la versione corretta del paragrafo a pagina 20 e 21 è la seguente:

“Non solo la Franklin non fu mai menzionata come autrice nelle loro pubblicazioni, ma morì nel 1958, a soli trentotto anni, quattro anni prima che i due scienziati fossero premiati col massimo riconoscimento (il che sembrò loro una buona scusa per sorvolare sul suo contributo).
Per fortuna non tutti gli scienziati sono come Watson e Crick. Nel 1858, per esempio, Charles Darwin e Alfred Wallace giunsero alle stesse conclusioni riguardo all’evoluzione per selezione naturale e la loro teoria venne presentata a firma di entrambi alla Linnean Society di Londra. A sostegno delle sue tesi Darwin aveva raccolto una mole di dati – la maggior parte dei quali nel famoso viaggio compiuto, come naturalista, sul brigantino HMS Beagle tra il 1831 e il 1836 – molto più ampia e solida rispetto a Wallace, e grazie a essi l’anno successivo diede alle stampe “L’origine delle specie”. Se Darwin aveva atteso così tanto prima di pubblicare la sua idea era perché era ben consapevole della natura dirompente della teoria dell’evoluzione in un mondo prevalentemente convinto della teoria creazionista. Quel che è meno noto è che il geologo scozzese Charles Lyell aveva spinto Darwin a pubblicare dopo aver letto un lavoro scientifico di Alfred Wallace, esploratore, geografo, antropologo e biologo britannico, che era giunto alle stesse conclusioni in modo indipendente. […]”

Questa non è l’unica contestazione che l’anonimo referee ci ha mosso su questo capitolo storico: altre riguardano la storia di Giuseppe Gioeni così come la racconta il matematico Charles Babbage. Noi abbiamo riferito la versione di Babbage con la relativa bibliografia, a sua volta spesso riportata nei libri di etica della ricerca.  Infine ci si contesta anche il fatto che Charles Dawson, paleoantropologo autore di una frode molto conosciuta, abbia effettivamente dato il proprio nome a una specie sulla base del fatto che ciò non è possibile (sono altri che devono proporre le nomeclature). In realtà un documento del National History Museum di Londra dice “Smith Woodward and Dawson announced their findings at a Geological Society in December of 1912. They called their discovery Eoanthropus dawsoni”. Quindi se anche la procedura è stata regolare, il primo ad autoproporsi sembra essere stato lo stesso Dawson e questa è anche la versione che viene spesso raccontata nelle pubblicazioni di etica della ricerca (che magari sbagliano, e questo è interessante perché ovviamente ciascuno di noi consulta e cita prevalentemente le fonti scientifiche della propria disciplina).

Ringraziamo anche tantissimo Marco Ferrari che ci ha aiutato e ancora ci sta aiutando con la sua competenza a verificare ulteriormente le varie versioni che circolano sulle storie di cui sopra.